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Sospesi per oltre cinquecento pagine di curiosità con Sara Bellodi

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Sospeso nel vuoto. Rabbia trasgressione amore
di Sara Bellodi
Firenze, Maremmi Editori, 2008

pagg. 511
€ 21,90

E' difficile nel 2008 che qualcuno scriva ancora un romanzo di oltre cinquecento pagine, e soprattutto che queste cinquecento pagine siano coese e ben architettate. E' ancor più difficile credere che l'autrice di Sospeso nel vuoto sia una ragazza poco più che ventenne che da ben cinque anni lavorava all'opera, amandola, facendola crescere giorno per giorno, accompagnando la propria adolescenza con personaggi problematici e non certo semplici, e con un'opportuna ricerca sul Giappone per rendere credibile l'ambientazione del libro.

Infatti, l'azione si svolge in uno dei quartieri più malfamati di Tokjo, dove droga, alcol e fumo sono uno sfondo obbligatorio per la violenza - spesso gratuita, sempre disumana - delle gang giovanili. In quest'atmosfera da inferno contemporaneo avviene l'incontro e l'innamoramento tra i due protagonisti, Aleksander (Sasha) e Yuki. Benché solo diciannove e sedicenne, i due portano i segni di un'infanzia problematica, dovuta a rapporti familiari degenerati e scoppiati in accessi d'ira e pestaggi. Non è dunque semplice per loro superare quella difesa naturale che sono stati costretti ad erigere, per riuscire a sopravvivere. Ad aiutarli o ad ostacolarli, molti personaggi minori ben ritratti: donne amate da Aleksander, grande amatore nonché capo della banda più importante di Tokjo; un fratellastro violento, un patrigno stupratore e omicida; amici sinceri o gelosi; possibili nuovi amori.
Come è facile immaginare, l'intreccio è molto articolato, e tutto mira a rompere la tanto meritata tranquillità dei protagonisti. E' Aleksander stesso a raccontare la vicenda e, infatti, alcuni brevi capitoli sono dedicati ai suoi interventi commentanti, e agli ammiccamenti ai lettori. E', quindi, Aleksander a scegliere l'ordine degli eventi da narrare, nonché a decidere cosa tacere, cosa rimandare.

A ben guardare, il sottotitolo riassume doverosamente i temi-cardine del romanzo, ma vorrei precisare che la trasgressione è più che altro conseguenza diretta degli altri due elementi, ovvero conseguenza della rabbia, quasi accecante, e dell'amore, spesso pieno di gelosia. Non bisogna per questo credere che le pagine siano piene di perversioni o di emozioni solo negative: al contrario, le frequenti dichiarazioni d'amore, un po' canoniche, tra Sasha e Yuki diventano unica via di fuga dal livore della città.

Immagino che alcuni passi sembrino assolutamente inverosimili, perché alcune pagine sono occupate da scene violente, a stento pensabili. In realtà, come mi ha prontamente spiegato Sara Bellodi, sono modellate su fatti di cronaca che la scrittrice ha letto e riletto. E non ci resta quindi che accettare l'alterità di Tokjo, come lo sguardo vigile di chi si aggira per i vicoli, o il luccichio fulmineo di lame di coltelli senza scrupoli. Se ci fidiamo e ci lasciamo trasportare dai dialoghi frequenti e incalzanti, dalla sintassi rapida (e su cinquecento pagine bisogna concedere qualche mancanza di labor limae), dalla trama varia e dagli ammalianti protagonisti, assicuro che ci troveremo in un romanzo con tratti noir, romantici e suspense, degni di un buon film d'azione che non lascia indifferenti.

Gloria M. Ghioni
[Anathea]


Al termine delle vacanze, avrete anche l'intervista all'autrice Sara Bellodi, che si siederà nel nostro Salotto virtuale... Intanto vi consiglio di leggere il romanzo, che si presta anche a un'agile lettura estiva